Domani la Commissione europea dovrebbe presentare un documento informale per contribuire al dibattito in corso a Bruxelles sul tema divisivo del tetto sul prezzo del gas, che spacca le Capitali
Bruxelles – Nessuna nuova comunicazione, ma solo un documento informale trasmesso agli ambasciatori dei 27 Stati membri su “come mitigare i prezzi elevati del gas”. E’ quanto dovrebbe presentare domani (28 ottobre) la Commissione Europea per dare un contributo alle discussioni in corso a Bruxelles sul tema del price cap sul gas e delle altre misure per mitigare l’aumento dei prezzi dell’energia di fronte alla crisi con la Russia.
A metà settembre la Commissione europea ha proposto un pacchetto di misure di emergenza che include una riduzione della domanda di elettricità nelle ore di punta, un tetto sugli extra profitti dei produttori di energia elettrica a costi bassi (come rinnovabili e nucleare), un contributo di solidarietà dalle imprese attive nel fossile e sostegni mirati alle energivore. Per il momento ha evitato di proporre un tetto massimo del prezzo del gas, una iniziativa su cui gli Stati membri risultano divisi e la stessa Commissione non si trova d’accordo con la gran parte di questi.
E la spaccatura è emersa anche in queste ore, alla vigilia della presentazione del non-paper da parte di Bruxelles. Un gruppo di 14 Paesi dell’Ue, inclusa l’Italia, ha lavorato in queste ore a una lettera da indirizzare alla Commissione europea per spingerla a presentare questa settimana una proposta per introdurre un tetto massimo al prezzo di tutto il gas importato nell’Ue. La Commissione Ue continua a preferire l’idea di un tetto solo sul prezzo del gas russo importato via tubo, mentre i firmatari (che comprendono anche Spagna, Grecia e Polonia) sostengono invece l’idea di un cap generalizzato su tutto il gas importato, compreso quello via nave (il Gnl), che invece secondo Bruxelles potrebbe rappresentare una sfida per la sicurezza delle forniture, soprattutto d’inverno.
Nelle scorse settimane Bruxelles ha avviato il lavoro con il primo ministro di Norvegia (il Paese che ora è diventato il principale fornitore di gas all’Europa) Jonas Gahr Store per una task force per studiare i meccanismi per abbassare i prezzi del gas, tra cui potenzialmente anche un tetto temporaneo all’idrocarburo facendo una distinzione tra i partner “affidabili” (come Oslo) e quelli “inaffidabili”, come la Russia. L’introduzione del tetto al prezzo del gas è rimasta una delle misure più divisive degli ultimi mesi tra le capitali e richiederà una discussione a livello di leader dell’Ue che si incontreranno due volte a ottobre, a Praga per un vertice informale il 6-7 ottobre e a Bruxelles il 20-21 ottobre in un vertice ordinario. Il documento informale che sarà domani nelle mani delle Capitali contribuirà ad alimentare il dibattito, mentre gli Stati membri, a livello di ambasciatori, hanno già portato avanti il lavoro sulle altre proposte della Commissione, nell’ottica di arrivare a un accordo in seno al Consiglio straordinario dell’energia che vedrà i ministri riuniti a Bruxelles venerdì 30 settembre.
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Cartelli con i ritratti delle vittime della repressione iraniana (Parigi, 6 dicembre 2022). Più di 200 persone sono state uccise in Iran da quando sono scoppiate le proteste a livello nazionale per la morte durante la custodia della polizia di Mahsa Amini. JULIEN DE ROSA / AFP